La Casa / La Casa d'Altri
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Da sempre la casa è sinonimo del costruire e quindi della volontà e della maestria dell’uomo di creare un ambiente adatto alle sue esigenze. 

La capacità di ‘erigere un riparo’, modificando una data situazione ambientale di partenza secondo il proprio fabbisogno, è in realtà un'attività che caratterizza anche moltissime specie animali tanto che spesso dal tipo di realizzazione è possibile risalire alla specie artefice della costruzione. Nell’uomo questo atto ha assunto nel tempo anche un valore simbolico per tutte le associazioni affettive che al termine 'casa' vengono riferite.

 

La forma e il tipo di questi due interventi richiamano il concetto di 'casa’ e lo rivisitano in senso più ampio facendo riferimento anche a altre specie.

I due interventi, posti ad una distanza di circa 350 m l'uno dall'altro, sono stati pensati per dialogare fra loro per dimensioni, forma e localizzazione (l'uno all'interno e l'altro all'esterno della nuova opera-luogo Lago Prataccio).

 

 

A - La Casa

 

L’intervento si inserisce al centro della nuova opera-luogo Lago Prataccio, creata attraverso imponenti interventi di scavo e rimodellamento di una vasta area.

L'opera si incentra su un piccolo immobile composto da un unico vano, probabilmente in passato utilizzato come magazzino per gli attrezzi, in stato di abbandono da molti anni e ormai pericolante. La costruzione aveva anche subito nel tempo alcuni interventi che ne avevano snaturato l’aspetto originario (aggiunte di materiale fuori contesto e di qualità scadente). In tale stato essa non ricopriva alcun particolare interesse architettonico e sarebbe stato anche possibile demolirla al momento della realizzazione nell'area del nuovo ampio bacino lacustre. 

L’aspetto del piccolo immobile corrispondeva però esattamente a quell’immagine tipica, e al tempo stesso essenziale, di ‘casa’, che è così profondamente radicata nel nostro immaginaria collettivo. La stessa con cui un bambino di pochi anni si cimenta quando prova a disegnare per la prima volta: un piccolo fabbricato coperto da un tetto a spiovente con una porta e due piccole finestre a lato. 

Nel progettare il nuovo lago fu quindi deciso di mantenere l'immobile.

La costruzione però, essendo molto lesionata, fu dapprima oggetto di specifici rilievi in tutte le sue parti, quindi fu demolita e ricostruita da zero, esattamente nella stessa posizione e rispettando le stesse dimensioni e caratteristiche dell’originale. Furono sostituiti anche tutti i materiali fuori contesto con quelli tipici del luogo. 

Le pietre e i mattoni utilizzati provengono dai ruderi di vari vecchi casali presenti nei dintorni (grazie alle donazioni dei proprietari). In questo modo il piccolo immobile ha simbolicamente unito in sé, nell’atto della sua ricostruzione, quella che può essere definita ‘l’impronta storica del costruire’ tipico di questa pianura.

Una volta terminata la ricostruzione, l’intervento ha previsto il confinamento della struttura su una piccola isola, creata scavando il terreno tutto intorno. 

 

Il nuovo ampio bacino lacustre che va a inglobare il manufatto altro non è che un’immensa architettura realizzata dall’uomo per soddisfare le esigenze di migliaia e migliaia di esseri viventi, dai più piccoli, pressoché invisibili, a quelli di dimensioni maggiori. Tutti vi possono oggi trovare la propria ‘casa’. 

In un radicale cambiamento di prospettiva, quindi, l’Architettura ha spostato per la prima volta il proprio centro d’attenzione dall’uomo alle altre specie. Il piccolo immobile, simbolo di questo cambiamento grazie a queste sue forme essenziali di ‘casa’, diviene ‘monumento’ all’Architettura, nel momento stesso in cui questa disciplina di ricerca ha trovato il proprio compimento in questo straordinario atto creativo dal carattere universale.

 

Il valore simbolico dell’opera, sottolineato dall’essere isolata al centro del lago e quindi senza più alcuna possibilità di utilizzo diretto da parte del costruttore (uomo), diviene stimolo per una riflessione più ampia sulla possibilità di 'rinunciare' alla realizzazione di nuovi volumi di costruito e di ripensare l'utilizzo di quelli vecchi già esistenti (o del suolo su cui questi sono stati costruiti) in modo nuovo e con progetti semplici, finalizzati alla ricostituzione del paesaggio tipico del territorio e alla conservazione della biodiversità.

 

 

B - La Casa d'Altri

 

Frequentemente, in contesti abitativi, il termine ‘altri’ viene usato per identificare chi non è della famiglia o del gruppo né ha legami diretti con questi. Accade così che gli ‘altri’, facilmente individuabili ed escludibili, sono spesso guardati con sospetto e, di conseguenza, sono da tenere, se possibile, a una certa distanza. Questo stesso atteggiamento è ancora molto comune nei confronti degli esseri viventi diversi dalla nostra specie umana, e in particolare di alcuni gruppi di specie come Rettili, Anfibi e altre di piccola taglia. Così questa moltitudine di specie, fondamentali per il mantenimento dell’equilibrio ecologico di tutto il nostro territorio, viene spesso volutamente dimenticata, trattata addirittura come se non esistesse.

 

L’opera pone l’accento sull’abitare lo stesso territorio da parte dell’intera comunità degli esseri viventi e, in particolare, sul coabitare dell’uomo con le altre specie.

Pur ricordando la forma classica della casa, la costruzione è di fatto un semplice cumulo di pietre. La struttura è infatti realizzata con pietrame montato a secco, con il posizionamento finale di tegole di terracotta sulla sommità. All’interno sono stati predisposti ampi cunicoli e appositi spazi liberi. Si tratta quindi a tutti gli effetti di un intervento di architettura che non è però destinato all’uomo ma agli ‘Altri’ (con la ‘A’ maiuscola in senso di rispetto), cioè a tutte le piccole specie sopra ricordate. 

L’opera è un elogio ai cumuli di pietre, ai muretti a secco e alle pietraie, ma anche agli altri tipi di ambienti utilizzatili come rifugio, fra i quali siepi, piccole macchie, cumuli di legna, tronchi caduti, etc. Tutte queste situazioni ambientali sembrano ‘cose da poco’ ma in realtà sono le strutture basilari su cui si fonda la capacità di sopravvivenza di un enorme numero di specie nel territorio. Allo stesso tempo esse sono i tasselli basilari su cui si fonda il nostro paesaggio. Tassello dopo tassello, un mucchio di pietre da un lato e un muretto a secco dall’altro, così come una macchia di cespugli a destra e una siepe a sinistra, ecco che si configura tutto l’intero territorio, dal punto di vista strutturale, funzionale ed estetico. L’opera vuole ricordare che il moltiplicarsi di tante piccole ‘case’ di fatto crea l’intero paesaggio, che altro non è che la ‘casa’, molto ampia, di tutti.

 

Le forme e le proporzioni di questa costruzione corrispondono esattamente a quelle che caratterizzano ‘La Casa’, precedentemente descritta, tranne che per l’altezza, che risulta nettamente inferiore (circa 1,5 m al colmo del tetto). L’opera, con queste caratteristiche e con il fatto di essere stata realizzata al centro di una pianura alluvionale, permette anche una seconda importante riflessione. Essa ricorda infatti l’immagine di un edificio dopo il passaggio di un alluvione di fango, quando ne resta visibile soltanto la parte sommitale. Sono le tipiche immagini dei disastri causati delle inondazioni che siamo abituati a vedere così spesso in televisione. L’intervento vuole quindi essere anche un atto di denuncia rispetto alla pratica, ancora così diffusa in ogni parte del mondo, di costruire le abitazioni nelle aree naturalmente allagabili, senza alcuna considerazione per il rischio derivante da questa scelta sconsiderata.

 

 

Categoria

In entrambi i casi si tratta di nuove opere-elementi nell’ambito dell’opera-luogo Lago Prataccio.

 

Autore

Carlo Scoccianti

 

Area di intervento

Oasi WWF Stagni di Focognano, Campi Bisenzio (FI)

 

Stato ante operam

Campi coltivati con metodi estensivi, con presenza qua e là di orti e baracche costruite abusivamente, spesso utilizzate per depositi illegali di materiale edile.

 

Tipo intervento

- La Casa: volume interno vuoto; misure esterno: metri 3,50 x 3,80 x 2,70 (al colmo del tetto). Realizzata con materiale edile antico di recupero (mattoni e materiale lapideo sbozzato).

 

 - La Casa d'Altri: volume interno in ampia parte pieno; misure esterno: metri 3,50 x 3,80 x 1,50 (al colmo del tetto). In corso di realizzazione con materiale lapideo grezzo (proveniente dalle zone collinari circostanti) disposto a secco e manufatti in cotto (antichi, di recupero) per il tetto.

 

L'elemento caratterizzante di entrambi gli interventi è il coinvolgimento sociale della popolazione, sotto forma di volontari, per la realizzazione (intervento di Social Art). In una società in cui i diversi ruoli tecnici e i mestieri sono ormai oggi nettamente separati, questi interventi hanno lo scopo di riportare le persone, che non hanno mai avuto precedenti esperienze in tale ambito e che altrimenti, probabilmente, nella propria vita non si sarebbero mai trovate in tale situazione, a ripercorrere l'atto primitivo di costruire in prima persona una 'casa'. 

Le due opere si concretizzano così nel ripercorre concretamente l'atto atavico dell’erigere il proprio rifugio, che era patrimonio di conoscenza e pratica comune di ogni popolazione fino a epoche relativamente recenti. Questo gesto apre dunque una riflessione sul percorso della società umana e sul suo attuale diverso rapporto con la terra, le materie prime, il luogo e il proprio territorio di residenza. 

 

Stato di avanzamento

- La Casa: opera conclusa nel mese di novembre 2016

- La Casa d'Altri: in corso d’opera.

 

Principali Enti coinvolti

Comitato per le Oasi WWF dell'Area Fiorentina

 

Principali bioindicatori (specie o 'gruppi' di specie) utilizzati nel monitoraggio della funzionalità ecologica dell'opera e possibile uso dell'habitat da parte degli stessi:

 

A - La Casa

 - Ardeidi (con particolare riferimento a: Nitticora, Nycticorax nycticorax; Garzetta, Egretta garzetta; Airone cenerino, Ardea cinerea; Airone guardabuoi, Bubulcus ibis): posatoio.

 - Civetta (Athene noctua): posatoio.

 - Passeriformi: posatoio.

 - Chirotteri: rifugio.

 

B - La Casa d'Altri

 - Anfibi (con particolare riferimento a: Tritone crestato meridionale, Triturus carnifex; Tritone punteggiato, Lissotriton vulgaris; Rospo smeraldino, Bufo viridis): rifugio per le fasi di svernamento e di estivazione. 

 - Rettili (con particolare riferimento a: Tarantola muraiola, Tarentola mauritanica; Orbettino, Anguis fragilis; Ramarro occidentale, Lacerta bilineata; Lucertola muraiola, Podarcis muralis; Lucertola campestre, Podarcis sicula; Biacco, Hierophis viridiflavus; Natrice dal collare, Natrix natrix): rifugio

 - Civetta (Athene noctua): posatoio e sito di nidificazione.

 - Passeriformi: posatoio.

 - Micromammiferi: rifugio.

 - Riccio (Erinaceus europaeus): rifugio.